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Interventi terapeutici di gruppo

 

La valenza dell’intervento terapeutico di gruppo

 

“La scelta del gruppo [...] permette di affrontare aspetti che in una terapia individuale sarebbe assai difficile avvicinare e far evolvere. Basta pensare al confronto, al sostegno, alla competizione tra pari, alla reciprocità, all’utilizzo di canali di comunicazione specifici dei bambini, al gruppo come luogo di transizione dalla dimensione familiare a quella sociale”. (Miglietta, 2007)

La scelta di un intervento terapeutico di gruppo è frutto di un confronto ragionato fra le due principali tipologie di intervento: individuale e gruppale; entrambi offrono importanti benefici seppur a livelli diversi.

Il gruppo, in quanto costituito da più individui produce un aumento della comunicazione, con una diversificazione dei feedback, rendendo ciascuna attività cognitiva richiesta più riflessiva, più creativa; diversamente da quanto possa accadere nell’intervento individuale, in cui l’esclusiva relazione bambino-operatore permette una minore circolarità spontanea delle idee.

Nel contesto gruppale, il linguaggio diventa socializzato con la necessità maggiore di “farsi capire”, il che comporta un constante monitoraggio dell’adeguatezza del proprio messaggio e talora una rielaborazione dello stesso. Pertanto, le numerose occasioni di interazione con gli altri costringono a pensare maggiormente al proprio pensiero e a comunicare su di esso, fornendo frequenti occasioni di indurre una riflessione metacognitiva anche sui processi messi in atto. In più, la cooperazione tra i membri del gruppo stimola l’emergenza di molteplici e differenziate strategie risolutive alle difficoltà incontrate.

In aggiunta, seppur non direttamente, l’intervento di gruppo può permettere di produrre dei cambiamenti più profondi a livello di consapevolezza, di coscienza di sé, del proprio funzionamento attraverso la condivisione delle difficoltà, le identificazioni nell’altro, la cooperazione, il sentimento di appartenenza. Ciò permette al bambino di sperimentare una maggiore accettazione di sé nelle sue peculiarità ma in condivisione con l’altro. La collaborazione permette di far leva sul gruppo stesso e consente di “centrare” maggiormente l’attenzione sul compito ed esercitare, pertanto, le proprie abilità, migliorando le performance. Si evince perciò come la dimensione gruppale abbia una sua influenza anche sul profilo psicologico del bambino permettendo una ridefinizione e maturazione del senso di adeguatezza e di diversità. L’interazione gruppale in parte mediata dai conduttori, in parte realizzata e creata dai bambini, diventa una messa in comune di esperienze individuali che può produrre cambiamenti nel funzionamento del concetto di sé. I partecipanti possono contare sul sostegno reciproco con un miglioramento in termini di dinamiche interpersonali che li aiuti ad imparare ad affrontare insieme aspetti quali l’inibizione, la frustrazione.

In sintesi, l’efficacia del lavorare con un’impostazione gruppale è dovuta alla sua essenza multimodale e al contemporaneo agire su più registri: relazione, metacognizione, percezione della difficoltà e delle diversità e promozione di competenze strategiche.

L’interazione sociale è l’origine e il motore dell’apprendimento (Vygotskij)

I gruppi terapeutici sono rivolti a sostenere le competenze in bambini con disturbi del neurosviluppo (Disabilità Intellettive, Disturbi della Comunicazione, Disturbo dello Spettro dell’autismo, Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, Disturbo Specifico di Apprendimento, Disturbi del Movimento).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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